Onorevoli Colleghi! - Ogni anno in Italia si praticano molte migliaia di interventi di chirurgia ortopedica e traumatologica (oltre 200.000). Dei soggetti sottoposti a tali interventi, secondo le statistiche più attendibili, il 2 per cento di quelli di oggetto di interventi di elezione e il 6 per cento di quelli oggetto di interventi d'urgenza va incontro a un'infezione più o meno profonda ovvero ad un processo infettivo più o meno grave che nel 50 per cento dei casi tende a cronicizzare.
      Questo significa annualmente almeno 17.000 nuove infezioni croniche di interesse ortopedico, ovvero 32 per 100.000 abitanti. Non vanno inoltre dimenticati casi di provenienza da altre specialità: osteomieliti in soggetti diabetici, osteomieliti in soggetti immunocompromessi, osteomieliti sternali in occasione di interventi di chirurgia toracica.
      Se si considera l'impatto devastante che queste malattie generalmente hanno sul piano fisico, sociale e della vita di relazione, si può pensare che ogni anno 85.000 persone (tra pazienti e stretti familiari) siano coinvolti in questa tragedia, spesso sottovalutata a causa del suo lungo decorso: troppe volte la diagnosi non è precisa e lo stesso può dirsi della terapia. Le infezioni ossee si contraggono in seguito ad esposizioni di gravi fratture, oppure ad una complicazione post-operatoria; infatti, un aspetto molto grave è quello

 

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per cui negli ultimi anni i numerosissimi casi di contagio nelle sale operatorie sono in esponenziale crescita.
      Anche sul piano economico le cifre in gioco sono enormi.
      Poiché il costo di una specifica procedura che è complicata da una sepsi è di tre/sei volte maggiore di quello della stessa procedura non settica (a seconda dei casi e se trattata in ambiente specialistico o no), si capisce come le infezioni ortopediche impegnino oltre il 32 per cento del budget dell'intera ortopedia italiana.
      Nel solo campo delle protesi articolari (anca e ginocchio) si può calcolare una spesa di 80 milioni di euro all'anno per la voce «complicanze settiche» (e questa non è che una parte del totale dei costi per le infezioni ortopediche nel loro insieme, valutabili in non meno di 280-290 milioni di euro all'anno). Il costo complessivo di queste patologie, comunque, se quantificato in termini monetari, per mancati guadagni e costi indotti, per ogni paziente, secondo valutazioni fatte in fase di indennizzo assicurativo, per pazienti tipici (maschio, di età compresa nella terza, quarta e quinta decade, reddito medio, famiglia a carico) è stimato in una forbice compresa tra i 150.000-160.000 e i 400.000-425.000 euro, ovvero pari a 250.000 euro in media.
      Il problema attualmente è poco considerato, poiché le infezioni ortopediche sono complesse da trattare ed i pazienti con osteomielite rappresentano una categoria poco remunerativa per la logica di mercato, come per le industrie che producono materiale sanitario del tipo delle protesi d'anca o di ginocchio. Eppure i pazienti con osteomielite cronica sono prevalentemente giovani e, nell'economia sociale, sicuramente rappresentano un problema più significativo rispetto a quello di una persona anziana con problemi artrosici. Chi contrae questa patologia nel 90 per cento dei casi ha una lunghissima pausa lavorativa, sia per le lunghe terapie, sia per le lunghe degenze e, in altri casi, restando motulesi, il deficit fisico obbliga ad abbandonare il lavoro.
      Riscontriamo la necessità di uno strumento che sia immediato, di facile accesso e che garantisca, allo stesso tempo, il rispetto e la tutela di chi lo usa.
      Da questo nasce la presente proposta di legge che istituisce una linea telefonica pubblica gratuita di soccorso, di sostegno e di aiuto ai malati affetti da infezioni ossee e articolari.
      Lo scopo è quello di mettere a disposizione uno strumento attraverso il quale malati affetti da infezioni ossee e articolari possano chiedere aiuto e trovare, in tempo reale, un sostegno per superare momenti critici o difficili, siano essi di natura sanitaria, personale, sociale o psicologica.
      Creando un servizio pubblico gratuito e aperto a tutti i soggetti affetti da infezioni ossee e articolari, si vuole unire la collaborazione e l'esperienza degli specialisti dei centri altamente specializzati nel trattamento delle infezioni ossee e articolari e il centro di servizi proposto, fornendo a «360 gradi» tutto il supporto di cui il paziente ha bisogno.
      Le difficoltà e le necessità del malato sulle quali il servizio potrà essere chiamato a dare una risposta di primo aiuto potranno essere di qualsiasi natura, quindi non solo condizioni di salute precaria, ma anche difficoltà che nascano da problemi sociali o legali ovvero difficoltà legate a problemi di ordine economico o sanitario. Spesso le condizioni esigue del paziente e degli stretti familiari portano a non avere i mezzi per acquistare medicine, per raggiungere i centri di eccellenza ubicati solo al nord del Paese e costringono ad escludere una vita di relazione: sono condizioni, quindi, che creano un enorme disagio nel paziente e che, spesso, lo conducono alla «morte sociale» con gravissime conseguenze.
      Allo scopo di ovviare a tali estremi disagi, la presente proposta di legge stabilisce:

          a) all'articolo 1, l'istituzione di un servizio telefonico gratuito nazionale per i malati affetti da infezioni ossee e articolari;

          b) all'articolo 2, l'affidamento all'Associazione nazionale per le infezioni osteo-articolari (ANIO), organizzazione non lucrativa

 

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di utilità sociale, del servizio telefonico gratuito per i malati affetti da infezioni ossee e articolari;

          c) all'articolo 3, le modalità con le quali gli addetti al servizio telefonico gratuito devono agire per una completa assistenza logistica, informativa e di ausilio al malato;

          d) all'articolo 4, le direttive per una corretta capacità operativa del servizio a favore dell'utente;

          e) all'articolo 5, gli organi di controllo e vigilanza, nonché le caratteristiche dei componenti del servizio telefonico gratuito per i malati affetti da infezioni ossee e articolari e del personale volontario;

          f) all'articolo 6, le norme di sicurezza in conformità al codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, per il rispetto e la tutela degli utenti e l'archiviazione dei dati;

          g) all'articolo 7, il finanziamento del servizio telefonico per i malati affetti da infezioni ossee e articolari.

      Pur decentrando il servizio, è importante che il numero telefonico sia lo stesso su tutto il territorio nazionale. Questo permetterà, infatti, una più agevole conoscibilità e pubblicità del numero stesso. Il costo del servizio non deve appesantire in modo significativo il bilancio dello Stato e degli enti locali, infatti la proposta è di prestarlo facendo ricorso al volontariato e di finanziarlo in misura contenuta: 1 milione di euro all'anno.

 

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